Memoria di sant'Ignazio, vescovo di Antiochia. Condannato a morte, fu condotto a Roma dove morì martire (+107). Leggi di più
Memoria di sant'Ignazio, vescovo di Antiochia. Condannato a morte, fu condotto a Roma dove morì martire (+107).
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal vangelo di Luca 11,42-46
Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l'amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare,senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo".
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: "Maestro, dicendo questo,tu offendi anche noi". Egli rispose: "Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Un dottore della legge, ascoltando le dure parole di Gesù contro il ritualismo farisaico, ribatte che in quel modo offende anche lui e tutti i suoi colleghi: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». È la reazione di chi vuole difendere se stesso e le sue convinzioni senza sentire il bisogno di cambiare, di comprendere più profondamente ciò che il Signore chiede, e quindi intraprendere una vita migliore di quella che si conduce. Del resto la Parola di Dio, come dice Paolo, è come una spada a doppio taglio che penetra sin nelle midolla e non lascia quindi indifferenti, non benedice i nostri comportamenti senza intaccarli, non scende nei cuori senza tagliare ciò ch'è di impaccio o, peggio, ciò che manda in rovina. Essa è una forza salutare e buona che cambia il cuore. Gesù smaschera il peccato dei farisei e degli scribi: mentre essi sono guardati dalla gente con rispetto perché da loro cercano una guida, un orientamento, in verità il loro comportamento è falso e deviante. Di qui scaturisce la severità del giudizio di Gesù. La gente si affida, cerca un orientamento, chiede un aiuto a coloro che "appaiono" come guide, e costoro, invece, trascurano l'essenziale, ossia «la giustizia e l'amore di Dio». È vero, pagano le loro quote al tempio, si lasciano incantare dagli onori nelle sinagoghe, ma in realtà sono come "sepolcri", cioè uomini vuoti e interiormente morti. Collocano, con la loro fredda severità, pesi severi sulle spalle degli altri ma loro né li vogliono né li sanno sopportare. Questa falsità, questa indole doppia e menzognera è stigmatizzata da Gesù. La sua collera, il suo giudizio severo sono un monito per tutti noi quando ci erigiamo a giudici senza misericordia, a padroncini senza scrupoli e senza dubbi, approfittando della buona fede di coloro che cercano fratelli maggiori a cui affidarsi per crescere nella vita spirituale.