Corriere della Sera - Ed. Roma | 29 Mei 2015 |
«Pochi controlli e tantissima povertà» Don Giuseppe: ma l'integrazione è possibile |
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Solo pochi minuti a piedi da dove è morta Tautana Eguele Alvarez. E chissà quante volte anche lei, la 38enne filippina uccisa due sere fa da un'auto a 120 all'ora, ci è andata. Perché la parrocchia di San Giuseppe all'Aurelio è un punto di riferimento per il popolo di Boccea. Rom e filippini inclusi, tanto che ogni domenica per la comunità filippina c'è una messa in inglese o tagal. Per questo il 14 dicembre scorso Papa Francesco la scelse per trascorrere una domenica tra la gente. E nelle messe della prossima domenica, «ci sarà una preghiera particolare per quanti sono stati toccati da questo terribile incidente», dice il parroco padre Giuseppe Lai.
«Non perdete mai la speranza», disse Bergoglio quel 14 dicembre. E incontrò pure un gruppo di nomadi che vivono nel campo Tenuta Piccirilli. «Li abbiamo adottati da tanti anni - racconta padre Lai -, ogni domenica e alle feste comandate sono sul sagrato della chiesa a chiedere l'elemosina, non hanno nessuno a cui rivolgersi e noi li seguiamo volentieri». Ecco, perché, «in questo quartiere in mezzo a tanta povertà la nostra parrocchia è spesso l'unico punto di riferimento». Una domenica sì e una no «diamo pacchi alimentari a tutte le famiglie che hanno bisogno». Storie di emarginazione e povertà in un quartiere «dove non vediamo controlli», ma diventato un crocevia tra tante nazionalità ed etnie diverse, «e il grande guaio è la povertà». C'è anche un residence con 230 famiglie, tra immigrati e italiani senza lavoro: «Anni fa la gente era isolata, non mandava neanche i bambini a scuola». Ma ognuno dà quello che può e, sorride padre Lai, «anche qui l'integrazione è possibile». Racconta che con la Comunità di Sant'Egidio è stata creata la Scuola della Pace, dove s'incontrano bambini di tutte le religioni e le etnie e «crescono insieme, giocano e studiano».
Ma monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, attacca: «Da decenni nella Capitale i rom sono abbandonati, lasciati dentro un campo senza regole e in mano alle loro mafie: facile oggi dire "cacciamoli tutti", il tema è piuttosto cosa è stato fatto in questi decenni?». Ci vuole, continua, «una politica intelligente e di ampio raggio, li dovremmo affiancare nell'educazione e nel lavoro: noi abbiamo presentato un progetto, il sindaco Marino lo ha in mano dallo scorso ottobre». Feroci dice no anche al «buonismo a tutti i costi»: «Quando ci sono persone che delinquono e violano la legge queste vanno giudicate e condannate con severità». Ma, sottolinea, «no alla giustizia fai da te, no a vendette personali, no a incitazioni razziste alla violenza e no a strumentalizzazioni per qualche voto in più».
C. Vol.
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