| 9 Luglio 2009 |
«È un campanello d'allarme i poveri sono in aumento» |
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AVELLINO - LA COMUNITÀ di Sant'Egidio lancia da anni l'allarme: in galera ci vanno i poveracci, quelli che non possono permettersi il lusso di un avvocato. La tesi è confermata oggi, alla luce dell'episodio di Melito, da Antonio Mattone, volontario della comunità.
C'è una spiegazione a questo incredibile episodio?
«Ce ne sarebbero tante. Ma bisognerebbe inoltrarsi in una lettura critica delle leggi mentre qui si tratta di guardare il lato umano della vicenda».
Qual è il lato umano?
«Da quel poco che so, si tratta di un furto determinato dalla fame. Io credo alle parole di quest'uomo che sostiene di aver preso quei biscotti solo per sfamarsi».
Ma il metodo è sbagliato...
«Certo che è sbagliato. Nessun furto è giustificabile».
Quindi?
«Quindi suggerirei una lettura diversa di questa vicenda».
Prego, ci spieghi.
«Questo è un campanello d'allarme. Il numero di persone che scivola verso la povertà è in aumento. Chi è povero e ha fame rischia di fare qualcosa di sbagliato. Io che vado a dare sostegno ai detenuti, me ne rendo conto da vicino».
In che modo?
«Mi capita sempre più spesso di trovare, a Poggioreale, senzatetto o extracomunitari ai quali la comunità offriva sostegno e cibo fuori del carcere. Finiscono dentro perché commettono piccoli reati ma non sanno o non possono difendersi».
Torniamo al discorso iniziale. Finisce in prigione chi non ha i mezzi per tutelarsi.
«Io sono certo che il motivo è questo. Ne incontro tantissimi che parlano poco e male l'italiano e quindi non riescono a difendersi».
Ma trova anche nostri connazionali
«Ci trovo i più poveri, i diseredati, quelli che non sanno nemmeno quel che è accaduto e ammettono di aver commesso piccoli furti per necessità. Sono loro che non hanno nessuna possibilità di difendersi perché non hanno i mezzi né la cultura per farlo».
Lei sostiene che chi ha mezzi e cultura riesce a farla franca?
«C'è qualcuno che pensa che un figlio di papà, dopo aver commesso una bravata rubando i wafer al negozio sotto casa, finisca in galera per tre anni? Mi sembra un'esagerazione, e non si parli di questione-sicurezza»
Perché?
«Beh, siamo onesti, è impossibile considerare il furto di un pacchetto di wafer come una questione di sicurezza».
E allora coma cataloga l'evento?
«Come un segnale importante, come una richiesta di aiuto. Sapeste quante sono le persone che hanno bisogno delle cose più semplici, del panino che la comunità di Sant'Egidio distribuisce ai senzatetto. Sempre più spesso quel panino vengono a chiederlo anche persone che hanno un tetto, ma non i soldi per comprarsi da mangiare».
E rischiano di finire male, magari con tre anni di carcere da scontare...
«E il dramma vero è che nella spirale dei furti per povertà finiscono sempre più spesso le persone anziane. Li pescano con la vas chetta di prosciutto, o con l'adesivo per la dentiera, nascosti sotto la giacca. Sono situazioni drammatiche. Spesso li lasciano andare dopo aver ripreso i prodotti. A volte, fortunatamente, ci sono persone che si offrono di pagare il conto della merce nascosta».
Paolo Barbuto
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