Gennaro «il mare non lo vede da 15 anni». Salvatore pensa che «una gita così l'ha solo sognata». Per Francesco la «cosa più bella è la tavolata tra amici». Ieri mattina per 15 internati dell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Secondigliano è stata una delle più belle giornate degli ultimi anni. Quindici tra loro, scelti tra quelli che hanno ottenuto il permesso di uscita, hanno potuto vedere il mare, quello vero che hanno sognato soltanto. E fare il bagno nella baia di Puolo, nella penisola sorrentina.
Il merito è della comunità di Sant'Egidio, supportata da tanti volontari che hanno concretizzato il loro sogno. Quindici persone, per un giorno almeno, hanno potuto sentirsi e vivere la normalità. In tasca venti euro - quelli permessi a chi esce- e la possibilità di spenderli e di offrire il caffè, comprarsi le sigarette, sorseggiare una bibita dopo aver fatto un tuffo dal peschereccio ormeggiato a largo della spiaggia, dopo essersi stesi al sole, spensierati a «godersi la vera libertà», dice Nunzio.
Poi il pranzo, tutti insieme, seduti l'uno a fianco all'altro, senza distinzione, gli internati con il direttore Stefano Martone, il comandante commissario Carmela Finestra, l'arcivescovo di Sorrento- Castellammare Francesco Alfano, grazie alla disponibilità di Salvatore Tuccillo che ha sensibilizzato i ristoratori locali e all'ospitalità dei sorrentini che hanno riconosciuto gli «ospiti» alla loro terza esperienza in città. Così in tanti, sulla spiaggia li hanno salutati e i bar hanno voluto offrire caffè e gelati all'allegra comitiva. «Per la Chiesa è importante accogliere queste persone», commenta l' arcivescovo di Sorrento Castellammare che si intrattiene con la comitiva, pranza con loro, gira per i tavoli.
Per ciascuno un sorriso, una parola, un incoraggiamento, una carezza paterna. «Un passo importante nel loro percorso di riabilitazione di detenuti, un modo per accelerare il loro reinserimento in società - commenta il direttore dell' Opg Stefano Martone - il confrontarsi con l'esterno è fondamentale a livello personale e sociale. Inoltre - prosegue il direttore - il contatto con il mare è un ritorno alle origini, dunque, è proprio sulla linea del necessario recupero psico-sociale».
Un menu ricco: antipasto sorrentino, gnocchi e scialatielli alla siciliana, frittura di alici e insalata offerto dal ristorante sulla spiaggia«La Tavernetta» e il dolce portato direttamente dalla pasticceria «La Primavera» di Sorrento. Tutto apprezzato e gradito dagli ospiti che hanno applaudito gli chef e festeggiato con canti napoletani. «Momenti come quello di oggi -commenta Antonio Mattone, portavoce della comunità di Sant'Egidio - ripropongono con forza il problema imminente della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari». 106 i ricoverati dell'Opg di Secondigliano, 200 ad Aversa, per limitarsi alla Campania.
«La riforma è sacrosanta - dice Mattone - ma è un dato di fatto che il nostro sistema sanitario non è ancora pronto. Il carcere produce malattia mentale, è un serbatoio continuo di pazienti che poi finiscono negli Opg. Quale futuro attende queste persone? Quale ipotesi di reinserimento? Quali percorsi di riabilitazione per le Asl che dovranno intervenire per fronteggiare i malati psichici?». Alle quattro è ora di ritornare. Il pranzo è terminato, ma negli occhi di ognuno resta il mare di Sorrento e una giornata di vera amicizia.