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"Nell'amicizia, la vittoria". Il saluto di Marco Impagliazzo al termine della liturgia eucaristica per il 56° anniversario di Sant'Egidio

Care amiche e cari amici, buonasera!
Grazie per essere qui e per partecipare a questo anniversario. La vostra presenza è di sostegno, la vostra amicizia ci conforta e ci spinge a essere migliori. "Nell’amicizia, la vittoria" diceva un sapiente cristiano d’Oriente. Ringrazio il card. James Harvey, arciprete di questa Basilica, e con lui l’abate di San Paolo, per averci accolto con tanta disponibilità e simpatia. Ringrazio i cardinali, a partire dal Decano Re, gli arcivescovi, i vescovi, le delegazioni delle altre Chiese e Comunità cristiane presenti. Uno speciale ringraziamento al caro cardinale Matteo per le sue parole così profonde e un pensiero grato per la sua missione nella Chiesa italiana e al servizio della pace.

Ringrazio i membri del Governo e del Parlamento presenti così come i rappresentanti del Comune e della Regione. Radicati in questa città e nella Chiesa di Roma e uniti al suo vescovo il papa Francesco cui manifestiamo i nostri sentimenti di affetto e gratitudine, abbiamo potuto allargare i nostri orizzonti e il nostro impegno al mondo intero. La presenza di tanti membri del Corpo diplomatico che rappresentano tanti Paesi in cui la Comunità è vive e opera, ne è una testimonianza. Grazie per la vostra presenza. Tale apertura universale ci ha messo in contatto con tante situazioni di dolore e di povertà: oggi sono lieto di salutare tra noi alcuni dei nostri fratelli e sorelle che ci hanno raggiunto dall’Ucraina, e li ringrazio per la loro resistenza e l’impagabile lavoro umanitario che svolgono in tante città ucraine interessate dal conflitto da ormai due anni.

Negli anni abbiamo sentito la responsabilità della pace e l’abbiamo vissuta come costruzione artigianale. Gli artigiani di pace sono uomini e donne della fraternità, del volontariato, della responsabilità sociale, del legame con l’altro. Sono educatori. Vivere la fraternità, aperti al mondo lontano come al prossimo vicino, fa germinare visioni di pace. Perché oggi il nostro prossimo non è solo vicino, ma è anche il mondo che ci raggiunge in ogni modo. Possiamo essere artigiani di pace, nella solidarietà: facendo pace attraverso la solidarietà. “Se vuoi la pace, va incontro ai poveri” -diceva Giovanni Paolo II. La solidarietà ritesse un tessuto umano e sociale lacerato, guarisce dalla solitudine, pacifica.
Un saluto grato va all’avvocato Laura Mattarella che ci accompagna con la sua presenza e attraverso di lei ho il piacere di trasmettere il più deferente omaggio al Presidente della Repubblica che recentemente visitando un’opera della Comunità si è così espresso: “Vi ringrazio molto perché queste opere rendono l’Italia un Paese che dimostra il suo vero animo: la solidarietà umana, la capacità di comprendere oltre qualunque confine che vi è una responsabilità che chiama ciascuno. Chiama particolarmente le istituzioni, naturalmente. Ma per chi personalmente avverte questa responsabilità qui trova il modo di esprimerla, di realizzarla, di darle concreto risultato. Grazie per quanto fate. È davvero un apprezzamento, una riconoscenza che esprimo con grande convinzione”.

E’ la sfida di essere un popolo che, attraverso la solidarietà, custodisce il seme della pace e coltiva una cultura di pace, un’aria buona non inquinata dalla violenza. Non ci si può ritirare nell’anonimato, guardando indifferenti o spaventati il flusso della storia. La pace è opera nostra e di tanti altri; è orientamento profondo dell’umanità; soprattutto è dono di Dio in risposta alla nostra preghiera e al lamento dei sofferenti. Grazie di accompagnarci con la vostra amicizia, il vostro sostegno e la vostra preghiera.