change language
usted está en: home - ecumenis...diálogo - encuentr...r la paz - sarajevo 2012 newslettercómo contactarnoslink

Ayuda a la Comunidad

  

Liturgia de Acción de Gracias por el 50 aniversario de la Comunidad de Sant'Egidio

10 de febrero, a las 17.30 h Basílica de San Juan de Letrán

Más dificultades para los más pobres para encontrar, conservar o quedarse en una casa

Presentación de la guía DÓNDE 2018

Llegan a Italia los primeros corredores humanitarios de 2018. La nueva fase del proyecto que se ha convertido en un modelo de acogida e integración para Europa


 
versión para imprimir
10 Septiembre 2012 09:30 | Dom Armie Kino Hall

Intervento di Muneto Nikai


Muneto Nikai


Periodista, Japón

Il tema di oggi è incentrato sulle Religioni asiatiche, ma desidero parlare oggi  in particolare delle attuali situazioni giapponesi, in special modo di un aspetto in rapporto alla religione intervenuto proprio in conseguenza dell'immane catastrofe avvenuta per i grandi terremoti che hanno colpito le regioni nord-orientale del Giappone. Questo aspetto potrebbe essere chiamato "ateismo", ma qui non si riscontra l'atteggiamento ateista propriamente detto, del rifiuto attivo delle religioni, ma riguarda le persone che "non possiedono" le religioni.
La maggioranza dei giapponesi crede di essere "senza religione". Dipende da tipi di indagini attuate, ma in ogni modo un giapponese su due, o tre giapponesi su quattro rispondono all'inchiesta di non possedere le religioni a cui appartengono. Ogni nazione del mondo riscontra all'interno la presenza di persone che si dichiarano "senza religioni", ma la percentuale di queste persone in Giappone è tra le più alte del mondo.
In tale senso, anche se sembra inaspettato, il Giappone odierno può essere considerato un paese in cui la spiritualità religiosa visibile è molto "fievole". Il fenomeno sociale della diffusione dei riti religiosi praticati per esempio in occasione di matrimoni o funerali, è un altro discorso. I giapponesi tengono molto a questi riti, praticati con assiduità dalla maggioranza di gente.
In questa situazione di fatto, l'anno scorso è accaduto quel grande terremoto che colpì la regione nord-orientale del Giappone, falciando circa 20.000 vite umane. E in conseguenza del disastro della centrale nucleare di Fukushima che ne è seguito, circa 70.000 persone sono fuggite dalle terre contaminate e vivono lontano dai paesi natii, oltre a ben 340.000 persone che hanno dovuto lasciare la propria casa in varie maniere.
Per sostenere ed aiutare questi profughi, operano attualmente varie ONG di origine religiosa. Anche dalla parrocchia di mia appartenenza sono partite molte persone e lavorano anche oggi in quei luoghi.
Constatiamo che molte persone aiutate materialmente e psicologicamente sentono la gratitudine verso i soccorritori. E di fatto anche la coscienza della propria identità storico-culturale è in ripresa. Rinascono le antiche feste "matsuri" nei villaggi e città in cui vediamo la presenza naturalmente di persone religiose, ma anche di molte persone "non religiose".
Il regolamento dell'NPO giapponese vieta che le religioni cerchino di diffondere gli insegnamenti religiosi o officiare i riti religiosi. Ma tale regolamento dice di non vietare alle persone religiose di fare azioni a favore dello sviluppo dei valori morali secolari come diritti umani, pace, ambiente, salute, ecc.
I gruppi NPO religiosi cercano, attraverso le attività di sostegno, di trasmettere la fede che hanno. Ma essi non parlano dei dogmi o dei loro insegnamenti religiosi.
Queste persone sono consci di fare "le opere gratuite" e continuano a lavorare sperando che un giorno possano condividere la propria fede insieme alle persone che aiutano. In tal senso, le azioni di aiuto delle persone credenti e  delle persone "senza religioni" non si differenziano in apparenza.
La gente considera che tali azioni derivano dalla gentilezza del cuore, ma non arriva a pensare che sono atti fondati dal loro credo religioso. Questo fenomeno risulta tipicamente giapponese, di un paese in cui è obbligatorio per legge la non interferenza tra la politica e la religione.
Di conseguenza, le loro azioni vengono considerate come azioni di assistenza sociale in generale. Così risulta difficile distinguere le azioni di volontariato delle persone religiose a quelle delle persone non religiose.
Da qui deriva l'esigenza di prospettare come debbano essere le azioni sociali pubbliche fatte dalle persone religiose.
Desidero dare qui di seguito il mio piccolo contributo, suggerendo tre tracce che potrebbero servire per affrontare il suddetto problema.
La prima:
Il sostegno delle persone disastrate, ovvero le persone non religiose, generalmente viene organizzato a livello dei gruppi religiosi, ma secondo il mio parere, penso che sia più efficace rispettare e sostenere le partecipazioni alle opere di aiuto umanitario a livello individuale, sospinti dalla propria esigenza interiore.
La seconda:
Partecipare alle opere di sostegno "secolari" dopo aver dichiarato la propria posizione religiosa. Le attività in sé sono le azioni di aiuto extra religiose. Sarà importante qui comprendere e rispettare le consuetudini e le formalità religiose delle popolazioni in loco. Questo comportamento non può essere considerato come azione di persuasione per fare diventare adepti della propria religione. Bensì potrebbe semplicemente far risvegliare nella gente il senso religioso tradizionale locale preesistente.
La terza:
Le persone interessate alla religiosità, cercando la comprensione reciproca degli insegnamenti religiosi altrui, collaborano nelle attività di aiuto umanitario, nei luoghi colpiti dal disastro. In questo modo, credo che saranno incrementate le possibilità intrinseche delle religioni per una prospettiva più vasta.
Penso che possedere la capacità di esprimere con le proprie parole la fede che abbiamo serva a costruire il profondo legame di cuore con le persone non religiose.
La catastrofe che ha colpito l'anno scorso il Giappone, potrebbe essere una occasione affinché i giapponesi possano incamminarsi oggi a riscoprire la propria spiritualità religiosa. Per tale prospettiva è chiesto alle persone coinvolte nella religiosità, di operare tenendo conto di quei principi espressi.

Mensaje del Papa para el Encuentro de Sarajevo
Benedicto XVI

Programa Inglés
PDF

BROADCAST LIVE PROGRAMME

NOTICIAS RELACIONADAS
18 Octubre 2017

Un mes después del Encuentro de las religiones en Münster, los Caminos de Paz han pasado por 4 continentes


En la foto, acto realizado en Blantyre (Malawi). Mira las fotos y los vídeos de los otros actos
IT | ES | DE | FR | RU
11 Octubre 2017
LA HABANA, CUBA

Las religiones se reúnen en La Habana para abrir Caminos de Paz en Cuba


El encuentro interreligioso de oración por la paz organizado por Sant'Egidio en el Estado caribeño
IT | EN | ES | DE | NL | ID
25 Septiembre 2017
JOS, NIGERIA

#PathsofPeace en Nigeria: en Jos, cristianos y musulmanes dialogan para abrir Caminos de Paz


Después de Münster se multiplican los encuentros de oración y diálogo entre las religiones organizados por Sant'Egidio
IT | EN | ES | DE | CA
23 Septiembre 2017

En VÍDEO, las intervenciones de la mesa redonda 'Migrantes: salvar, acoger, integrar'


#PathsofPeace
IT | ES | CA
22 Septiembre 2017
MÜNSTER, ALEMANIA

Caminos de Paz: textos. vídeos y noticias del encuentro internacional de oración por la paz de Münster

IT | EN | ES | FR | CA
22 Septiembre 2017
ESPAÑA
Comunicado de prensa

No dejemos pasar más tiempo. Solamente un diálogo verdadero y razonable, permitirá encontrar una salida a la crisis Cataluña-España

IT | ES | CA
todas las noticias relacionadas

NOTICIAS DESTACADAS
6 Febrero 2018

Sant'Egidio, 50 años al servicio de la paz - entrevista a Marco Impagliazzo


"Satisfecho de haber hecho descubrir a muchos la alegría del Evangelio"
IT | ES | CA | ID | HU
4 Febrero 2018 | MACERATA, ITALIA
Comunicado de prensa

Macerata, solidaridad de Sant'Egidio con las víctimas: una delegación visita a los heridos en el hospital


“Al lado de quien ha sufrido el odio y el racismo. No al desprecio que provoca violencia”
IT | ES
1 Febrero 2018 | IRAK

Iraq: preocupación de Sant'Egidio por el recurso a la pena de muerte

IT | ES | DE | FR

PRENSA RELACIONADA
23 Febrero 2018
Domradio.de
"Wir können Frieden organisieren wie andere den Krieg"
1 Febrero 2018
SIR
50° Comunità Sant’Egidio: Hilarion (Patriarcato di Mosca), “la nostra una collaborazione che ha dato tanti buoni frutti”
30 Enero 2018
Vaticannews
Corridoi umanitari: la collaborazione ecumenica via della speranza
26 Enero 2018
POW - Pressestelle des Ordinariates Würzburg
Angst und Lethargie überwinden
15 Enero 2018
Roma sette
Ecumenismo, in processione con anglicani, luterani e ortodossi
todo relacionado con la prensa

LIBROS
La Palabra de Dios cada día 2018



Ediciones Sígueme
catálogo


CÓMO SEGUIR EL ENCUENTRO
Sarajevo 2012

Si Ringrazia